La Contestazione Disciplinare è espressione del potere gerarchico del datore di lavoro: si ricollega alla necessità di ripristinare l’ordine aziendale che il comportamento inadempiente del lavoratore ha leso.

Il datore di lavoro però non può esercitare il suddetto potere a sua discrezione nei confronti dei lavoratori: sussistono limiti formali, procedurale e contenutistici contemplati dall’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori.

Le sanzioni possono andare dalla più semplice Ammonizione Verbale sia al Licenziamento.

Per poter esercitare il proprio potere disciplinare, il Codice Disciplinare deve essere portato a conoscenza dei lavoratori mediante affissione in luogo accessibile a tutti.

Ogni contratto collettivo di lavoro descrive in maniere più o meno analitica quali sono i comportamenti punibili e quali sono le sanzioni irrogabili.

Il datore di lavoro può creare un regolamento interno ed integrare le previsioni dei CCNL in base alle specifiche esigenze aziendali.

Va fatta in forma scritta.

La Contestazione Disciplinare può essere consegnata a mano al dipendente o inviata tramite raccomandata a/r; il lavoratore ha 5 giorni di tempo per presentare le sue giustificazioni, poiché, infatti, nessuna sanzione può essere irrogata senza avere preventivamente sentito il lavoratore in sua difesa. Solo al termine del suddetto procedimento, la sanzione potrà essere irrogata dal datore di lavoro.